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Che trar solevi già dagli occhi miei,
Che tue stelle chiamavi, hor son due fonti,
Per queste amare lagrime ti prego
Habbi pietà di me; lasciami homai.
Sat.La perfida m’hà mosso, e s’io credessi
Solo à l’affetto, à fe che sarei vinto.
Ma in somma io non ti credo. tu sè troppo
Malvagia, e ’nganni più chi più si fida.
Sotto quell’humiltà, sotto que’ preghi
Si nasconde Corisca. tu non puoi
Esser da te diversa. ancor contendi?
Cor.Oime il mio capo, ah crudo. ancor un poco
Fermati prego, ed una sola grazia
Non mi negar’almen. Sa. Che gratia è questa?
Cor.Che tu m’ascolti ancor’un poco. Sa. Forse
Ti pensi tu con parolette finte
E mendicate lagrime piegarmi?
Cor.Deh Satiro cortese, e pur tu vuoi
Far di me strazio? Sa. Il proverai, vien pure.
Cor.Senza havermi pietà? Sa. senza pietate.
Cor.E ’n ciò sè tu ben fermo? Sa. in ciò ben fermo.
Hai tù finito ancor questo incantesmo?
Cor.O villano indiscreto, ed importuno:
Mez’huomo, e mezo capra, e tutto bestia.
Carogna fracidissima, e difetto
Di natura nefando; se tu credi
Che Corisca non t’ami, il vero credi,
Che vuoi tu ch’ami in te? quel tuo bel ceffo?
Quella succida barba? quell’orecchie