Morire, e certo e’ si moriva, s’io
Non l’havessi soccorso, promettendo
Di sturbar queste nozze. e ben che tutti
Dicessi sol per suo conforto, io pure
Sarei donna per farlo. Am. e ti darebbe
L’animo di sturbarle? Co. e di che sorte
Am.E come ciò faresti? Co. agevolmente,
Pur che tu ti disponga, e ci consenta.
Am.Se ciò sperassi, e la tua fè mi dessi
Di non l’appalesar, ti scovrirei
Un pensier, che nel cor gran tempo ascondo.
Cor.Io palesarti mai? aprasi prima
La terra, e per miracolo m’inghiotta.
Am.Sappi Corisca mia che, quando i’ penso
Ch’i’ debbo ad un fanciullo esser soggetta,
Che m’hà in odio, e mi fugge, e ch’altra cura
Non hà che i boschi, e ch’una fera, e un cane
Stima più che l’amor di mille Ninfe,
Mal contenta ne vivo, e poco meno
Che disperata. ma non oso à dirlo,
Sì perche l’honestà non me, comporta,
Sì perche al Padre mio n’hò di già data
E quel ch’è peggio à la gran Dea la fede,
Che se per opra tua, ma però sempre
Salva la fede mia, salva la vita,
E la religione, e l’honestate:
Troncar di questo à me si grave nodo
Si potesser le fila; hoggi saresti
Tu ben la mia salute, e la mia vita.