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De l’altrui libertate.
Che val ne’ più verdi anni
Titolo di bellezza,
O fama d’honestate,
E ’n mortal sangue nobiltà celeste;
Tante grazie del Cielo, e de la terra,
Quì larghi, e lieti campi
E là felici piagge,
Fecondi paschi, e più fecondo armento,
Se ’n tanti beni il cor non è contento?
Felice pastorella,
Cui cinge à pena il fianco
Povera sì, ma schietta,
E candida gonnella:
Ricca sol di se stessa,
E de le grazie di Natura adorna;
Che ’n dolce povertate
Nè povertà conosce, nè i disagi
De le ricchezze sente,
Ma tutto quel possiede
Per cui desio d’haver non la tormenta;
Nuda sì, ma contenta.
Co’ doni di natura
I doni di natura anco nudrica;
Col latte, il latte avviva,
E col dolce de l’api
Condisce il mel de le natie dolcezze.
Quel fonte, ond’ella beve,
Quel solo anco la bagna, e la consiglia;