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ATTO SECONDO
SCENA V
AMARILLI, CORISCA.
ARE selve beate,
E voi solinghi, e taciturni horrori
Di riposo, e di pace alberghi veri.
O quanto volentieri
A rivedervi i’ torno, e se le stelle
M’havesser dato in sorte
Di viver à me stessa, e di far vita
Conforme à le mie voglie;
I già co’ campi Elisi,
Fortunato giardin de’ semidei
La vostr’ombra gentil non cangerei.
Che se ben dritto miro,
Questi beni mortal
Altro non son che mali:
Men’hà, chi più n’abonda,
E posseduto è più, che non possede,
Ricchezze nò, ma lacci
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