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Havesse invidia à l’honorata bocca,
E s’adornasse anch’egli
De la purpurea sua pomposa vesta,
Quasi volesse dir, son bello anch’io.
Erg.Oh come à tempo ti cangiasti in Ninfa
Avventuroso, e quasi
De le dolcezze tue presago amante,
Mir.Già si sedeva à l’amoroso uficio
La bellissima giudice, e secondo
L’ordine, e l’uso di Megara andava
Ciascheduna per sorte
A far de la sua bocc,a e de’ suoi baci
Prova con quel bellissimo, e divino
Paragon di dolcezza,
Quella bocca beata,
Quella bocca gentil, che può ben dirsi
Conca d’Indo odorata
Di perle orientali, e pellegrine:
E la parte che chiude,
Ed apre il bel tesoro
Con dolcissimo mel purpura mista.
Così potess’io dirti Ergasto mio
L’ineffabil dolcezza
Ch’i’ sentij nel baciarla:
Ma tu da questo prendine argomento,
Che non la può ridir la bocca stessa,
Che l’ha provata. accogli pur insieme
Quant’hanno in se di dolce
O le canne di Cipro, ò i favi d’Hibla,