Pagina:Pastor fido.djvu/32


   E sprezzato, e fuggito, sì ch’udirlo
   Nè vederlo mai più l’empia non volle.
   Se piagnesse il meschin, se sospirasse,
   Pensal tu, che per prova intendi Amore.
   Mir.Oime, questo è ’l dolor ch’ogn’altro avanza.
   Erg.Ma poiche dietro al cor perduto, hebbe anco
   I sospiri perduti, e le querele,
   Volto pregando à la gran Dea, se mai
   Disse con puro cor Cintia, se mai
   Con innocente man fiamma t’accesi,
   Vendica tu la mia sotto la fede
   Di bella Ninfa, e perfida tradita.
   Udì del fido amante, e del suo caro
   Sacerdote Diana i prieghi, e ’l pianto,
   Tal che ne la pietà l’ira spirando
   Fè lo sdegno più fiero; ond’ella prese
   L’arco possente, e saettò nel seno
   De la misera Arcadia non veduti
   Strali ed inevitabili di morte.
   Perian senza pietà, senza soccorso
   D’ogni sesso le genti, e d’ogni etate;
   Vani erano i rimedi, il fuggir tardo,
   Inutil l’arte, e prima che l’infermo,
   Spesso ne l’opra il medico cadea.
   Restò solo una speme in tanti mali
   Del soccorso del cielo, e s’ebbe tosto
   Al più vicino oracolo ricorso,
   Da cui venne risposta assai ben chiara,
   Ma sopramodo horribile, e funesta.