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Tributo miserabile e mortale?
Mir.Unqua più non l'udij, & ciò m'è nuovo,
Che nuovo ancora habitator quì sono,
E, come vuol' Amore, e 'l mio destino,
Quasi pur sempre habitator de boschi:
Ma qual peccato il meritò sì grave?
Come tant'ira un cor celeste accoglie?
Er.Ti narrerò de le miserie nostre
Tutta da capo la dolente istoria,
Che trar porria da queste dure querci
Pianto, e pietà, non che da i petti humani.
In quella età, che 'l sacerdozio santo,
E la cura del tempio ancor non era
A sacerdote giovane contesa,
Un nobile pastor chiamato Aminta,
Sacerdote in quel tempo, amò Lucrina,
Ninfa leggiadra à maraviglia, e bella,
Ma senza fede à maraviglia, e vana.
Gradì costei gran tempo, o'l mostrò forse
Con simulati, e perfidi sembianti,
Del giovane amoroso il puro affetto,
E di false speranze anco nudrillo,
(Misero) mentre alcun rival non hebbe;
Ma non sì tosto (or vedi instabil donna)
Rustico pastorel l'ebbe guatata,
Che i primi sguardi non sostenne, i primi
Sospiri, e tutta al nuovo amor si diede
Prima che gelosia sentisse Aminta.
Misero Aminta, che da lei fù poscia,