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Stato non fosse il tuo famoso Alcide?
Anzi se guerre vinse e mostri ancise
Gran parte Amor ve n'ebbe. Ancor non sai
Che per piacer ad Onfale, non pure
Volle cangiar in femminili spoglie
Del feroce leon l'hispido tergo,
Ma, de la clava noderosa in vece
Trattare il fuso; e la conocchia imbelle?
Così de le fatiche, e degli affanni
Prendea ristoro, e nel bel sen di lei
Quasi in porto d'Amor solea ritrarsi,
Che sono i suoi sospir dolci respiri
De le passate noie, e quasi acuti
Stimoli al cor ne le future imprese.
E come il rozzo, ed intrattabil ferro
Temprato con più tenero metallo
Affina sì, che sempre più resiste,
E per uso più nobile s'adopra;
Cosi vigor indomito, e feroce,
Che nel proprio furor spesso si rompe,
Se con le sue dolcezze Amore il tempra
Diviene à l'opra generoso, e forte.
Se d'esser dunque imitator tu brami
D'Ercole invitto, e suo degno nipote;
Poi che lasciar non vuoi le selve, almeno
Segui le selve, e non lasciar Amore,
Un amor si legittimo, e si degno,
Com'è quel d'Amarilli; che se fuggi
Dorinda, i' te ne scuso, anzi pur lodo;