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   Da l’Oracolo havuta
   Già la risposta, e stando
   Tu per partire, i’ mi ti feci incontro,
   Chiedendoti di quello
   Che ricercavi i segni, e tu li desti,
   Indi poi ti condussi
   A le mie case, e quivi il tuo bambino
   Trovasti in culla, e me ne festi il dono?
   Dam.Che vuoi tu dir per questo? Car. hor quel bambino,
   Ch’alhor tu mi donasti, e ch’io poi sempre
   Hò come figlio appresso me nudrito
   E ’l misero garzon, ch’à questi altari
   Vittima è destinato.
   Dam.Oh forza del destino. Mon. Ancor t’infingi?
   E vero tutto ciò, ch’egli t’ha detto?
   Dam.Così morto fuss’io, com’è ben vero
   Mon.Ciò t’avverrà, s’anco nel resto menti.
   E qual cagion ti mosse
   A donar quello altrui, che tuo non era?
   Dam.Deh non cercar più innanzi
   Padron, deh non per Dio, bastiti questo.
   Mon.Più sete hor me ne viene.
   Ancor mi tieni à bada? ancor non parli?
   Morto sè tu, s’un’altra volta il chiedo.
   Dam.Perche m’havea l’oracolo predetto,
   Che ’l trovato bambin correa periglio,
   Se mai tornava à le paterne case
   D’esser dal padre ucciso. Car. e questo è vero,
   Che mi trovai presente. Mon. oime che tutto