Contrasta al Cielo, e la natura offende.
Mira d’intorno Silvio:
Quanto il mondo ha di vago, e di gentile,
Opra è d’amore, amante è il Cielo, amante
La terra; amante il mare.
Quella, che là sù miri innanzi à l’alba
Così leggiadra stella,
Ama d’amore anch’ella; e del suo figlio
Sente le fiamme: ed essa che ’nnamora,
Innamorata splende.
E questa è forse l’hora
Che le furtive sue dolcezze, e ’l seno
Del caro amante lassa.
Vedila pur come sfavilla, e ride.
Amano per le selve
Le mostruose fere, aman per l’onde
I veloci delfini, e l’orche gravi.
Quell’augellin, che canta
Sì dolcemente e lascivetto vola
Or da l’abete al faggio,
Et hor dal faggio al mirto,
S’havesse humano spirto,
Direbbe ardo d’amore, ardo d’amore.
Ma ben arde nel core,
E parla in sua favella,
Sì che l’intende il suo dolce desio.
Ed odi à punto Silvio
Il suo dolce desio
Che gli risponde, ardo d’amore anch’io.