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   Che ne l’amato nome d’Amarilli
   Terminando la vita, e le parole,
   Qui piego à morte le ginocchia; e taccio.
   Mon.Hor non s’indugi più sacri ministri,
   Suscitate la fiamma
   Con l’odorato, e liquido bitume,
   E spargendovi sopra incenso, e mirra,
   Traetene vapor, ch’in alto ascenda.
   CP.O figlia del gran Giove,
   O sorella del Sol, ch’al cieco mondo
   Splendi nel primo ciel Febo secondo.



ATTO QUINTO



SCENA IIII




CARINO, MONTANO,

Nicandro, Mirtillo,

CHORO DI PASTORI.



   
HI vide mai sì rari abitatori

   In sì spessi abituri? hor s’io non erro,
   Eccone la cagione:


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