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Tit.Misera figlia, e perche tanta fretta?
MesPerche de la difesa eran gli indici
Troppo maggiori, e certa
Sua Ninfa, ch’ella in testimon recava
De l’innocenza sua,
Nè quivi era presente, nè fù mai
Chi trovar la sapesse.
I fieri segni in tanto
E gli accidenti mostruosi, e pieni
Di spavento e d’orror, che son nel tempio,
Non pativano indugio:
Tanto più gravi à noi, quanto più nuovi,
E più mai non sentiti
Dai dì, che minacciar l’ira celeste,
Vendicatrice dei traditi amori
Del sacerdote Aminta,
Sola cagion d’ogni miseria nostra.
Suda sangue la Dea, trema la terra,
E la caverna sacra
Mugge tutta, e risuona
D’insoliti ululati, e di funesti
Gemiti, e fiato si putente spira,
Che da l’immonde fauci
Più grave non cred’io l’esali Averno.
Già con l’ordine sacro
Per condur la tua figlia a cruda morte
Il sacerdote s’inviava, quando,
Vedendola Mirtillo (ò che stupendo
Caso udirai) s’offerse