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A veder in te spenta
La vita, e l’honestate.
O Montano Montano
Tu sol co’ tuoi fallaci,
E mali intesi oracoli, e col tuo
D’amore, e di mia figlia
Disprezzator superbo, a cotal fine
L’hai tu condotta. ai quanto meno incerti
Degli oracoli tuoi
Son’hoggi stati i miei.
C’honestà contr’Amore
E troppo frale schermo
A giovinetto core.
E donna scompagnata
E sempre mal guardata.
Mes.Se non è morto, ò se per l’aria i venti
Non l’han portato, i’ devrei pur trovarlo.
Ma eccol s’io non erro,
Quando meno il pensai.
O da me tardi, e per te troppo à tempo,
Vecchio padre infelice al fin trovato.
Che novelle t’arreco.
Tit.Che rechi tu ne la tua lingua? Il ferro
Che svenò la mia figlia?
Mes.Questo non già, ma poco meno; e come
L’hai tu per altra via sì tosto inteso?
Tit.Vive ella dunque? M. Vive, e ’n man di lei
Stà il vivere, e ’l morire.
Tit.Benedetto sij tu, che m’hai da morte