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   Non era ancor degli animi tiranno.
   Ma sostener affanno
   Per le vere dolcezze,
   Tra i boschi, e tra le gregge
   La fede haver per legge
   Fù di quell’alme al ben oprar avezze
   Cura d’honor felice,
   Cui dettava honestà, piaccia se lice.
Alhor trà prati, e linfe
   Gli scherzi, e le carole,
   Di legittimo amor furon le faci:
   Havean pastori, e Ninfe
   Il cor ne le parole:
   Dava lor Himeneo le gioie, e i baci
   Più dolci, e più tenaci.
   Un sol godeva ignude
   D’Amor le vive rose:
   Furtivo amante ascose
   Le trovò sempre, ed aspre voglie, e crude,
   O in antro, ò in selva, ò in lago,
   Ed era un nome sol marito, e vago.
Secol rio, che velasti
   Co’ tuoi sozzi diletti
   Il bel de l’alma; ed à nudrir la sete
   Dei desiri insegnasti
   Co’ sembianti ristratti,
   Sfrenando poi l’impurità segrete.
   Cosi qual tesa rete
   Trà fiori, e fronde sparte