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E ricercar’ancor, che peggio fora,
La cagion che mi move. e s’io la nego,
Malvagio, e s’io la fingo, senza fede
Ne sarò riputato, e s’io la scopro,
D’eterna infamia rimarrà macchiato
De la mia donna il nome; in cui bench’io
Non ami quel, che veggio, almen quell’amo
Che sempre volli, e vorrò fin ch’i’ viva
E che sperai, e che veder devrei.
Moia dunque l’adultero malvagio,
Ch’a lei l’honor, à me la vita invola.
Ma, se l’uccido qui non sarà il sangue
Chiaro indizio del fatto? e che tem’io
La pena del morir, se morir bramo?
Ma al’homicidio alfin fatto palese
Scoprirà la cagione, onde cadrai
Nel medesmo periglio de l’infamia,
Che può venirne à questa ingrata. hor, entra
Ne la spelonca, e quì l’assali. è buono,
Questo mi piace. entrerò cheto cheto
Sì ch’ella non mi senta, e credo bene
Che ne la più segreta, e chiusa parte,
Come accennò di far nè detti suoi,
Si sarà ricovrata, ond’io non voglio
Penetrar molto à dentro. una fessura
Fatta nel sasso, e di frondosi rami
Tutta coperta à man sinistra apunto
Si trova à piè de l’alta scesa, quivi
Più che si può tacitamente entrando