A chi parlo infelice à un muto marmo?
S’altro non mi vuoi dir, dimmi almen muori,
E morir mi vedrai.
Questa è ben’empio Amor miseria estrema,
Che sì rigida Ninfa
E del mio fin si vaga,
Perche grazia di lei
Non sia la morte mia, morte mi neghi,
Nè mi risponda, e l’armi
D’una sola sdegnosa, e cruda voce
Sdegni di proferire
Al mio morire.
Am.Se dianzi t’havess’io
Promesso di risponderti, si come
D’ascoltar ti promisi,
Qualche giusta cagion di lamentarti
Del mio silenzio havresti.
Tu mi chiami crudele, immaginando,
Che da la ferita deimproverata
Agevole ti sia forse il ritrarmi
Al suo contrario affetto.
Nè sai tu, che l’orecchie
Cosi non mi lusinga il suon di quelle
Da me si poco meritate, e molto
Meno gradite lodi,
Che mi dai di beltà, come mi giova
Il sentirmi chiamar da te crudele.
L’esser cruda ad ogn’altro
(Già nol nego) è peccato;