Pagina:Pastor fido.djvu/110


   E fà tosto cor mio,
   Ch’i’ vò poi darti il più soave bacio
   Ch’havessi mai. che tardi?
   Par che la man ti tremi? sè sì stanca?
   Mettici i denti, se non puoi con l’ugna.
   Oh quanto sè melensa.
   Ma lascia far à me, che da me stessa
   Mi leverò d’impaccio.
   Hor vè con quanti nodi
   Mi legasti tù stretta?
   Se può toccar’à te l’esser la cieca.
   Son pur ecco sbendata. oime che veggio?
   Lasciami traditor. oime son morta,
   Mir.Sta cheta anima mia. Am. Lasciami dico,
   Lasciami. così dunque
   Si fa forza à le Ninfe? Aglauro, Elisa
   Ah perfide ove sete?
   Lasciami, traditore. Mir. ecco ti lascio.
   Am.Quest’è un inganno di Corisca. hor togli
   Quel che n’hai guadagnato.
   Mir.Dove fuggi, crudele?
   Mira almen la mia morte. ecco mi passo
   Con questo dardo il petto. Am. oime che fai?
   Mir.Quel che forse ti pesa
   Ch’altri faccia per te ninfa crudele.
   Am.oime son quasi morta
   Mir.E se quest’opra à la tua man si deve,
   Ecco ’l ferro, ecco ’l petto.
   Am.Ben’il meriteresti, e chi t’ha dato