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64 | traduzioni e riduzioni |
lui percuotere lì dove il fegato sta nella rete,
solo trovandolo al tasto. Ed un altro pensiero mi tenne:
morti saremmo anche noi della morte che piomba d’un tratto,
lì, poi che noi non avremmo potuto alla bocca dell’antro
ampia, levare l’enorme pietrone che posto v’aveva.
Dunque così sospirando aspettammo il chiarore dell’alba.
le faccende del nuovo giorno
L’Alba nel ciel mattutino stampava le dita di rose;
quand’egli il fuoco accendeva e mungeva le pecore belle,
tutto a modino, e poneva alle poppe a ciascuna il suo redo.
Dopo ch’egli ebbe sbrigate con garbo le proprie faccende,
altri due miei m’abbrancò, e con loro egli ruppe il digiuno.
Dopo di questo, parò fuor dall’antro le pecore pingui,
tolto con facilità quel grande pietrone; ma dopo
ve lo ripose, così come porre coperchio a faretra.
Egli con zufoli molti parava le pecore al monte,
l’alto ciclope: io restai con profondi pensieri di morte,
se vendicarmi potessi, ed Atena mi desse quel vanto.
preparativi d’odisseo
Questo pensando nel cuore mi parve il consiglio migliore.
Presso la stalla una grande calocchia giaceva nell’antro:
verde, d’olivo: l’aveva tagliato per farsene, quando
fosse seccato, bastone. Noi lo misurammo con gli occhi:
come un buon albero egli era, di nave con venti alla voga
remi, da carico, larga, che passa il gran gorgo del mare:
era altrettanto in lunghezza, altrettanto in grossezza quel palo.
Mi ci posi io, ne recisi per quanto una tesa di braccia,