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46 | traduzioni e riduzioni |
lo collocarono; e poi dal pulito volubile cocchio
presero i doni infiniti per rendere d’Ettore il capo.
Ma due lenzuoli lasciarono e un manto dal morbido filo,
che, ricopertone il morto, lo desse a portare da’ suoi.
Fuori le schiave chiamò per lavarlo e per ungerlo tutto
alto in disparte; non fosse veduto da Priamo il suo figlio:
e nel suo cuore dolente la collera non raffrenasse,
visto suo figlio, e lo sdegno non si commovesse ad Achille,
e l’uccidesse e di Giove così vïolasse i divieti.
Come lavato poi l’ebbero ed unto d’ulivo le ancelle,
posto ch’ell’ ebbero il drappo sottile sul corpo e la veste,
lo sollevò e lo pose da sè sur il feretro Achille,
ed i compagni con lui l’inalzarono al carro pulito.
Ruppe in un grido via via e chiamò il suo Patroclo a nome:
"Non scorrucciarti con me ora, o Patroclo, se ti si dice,
ben che nel Buio tu sia, che io Ettore divo lo resi
morto al suo padre; poichè non indegno riscatto mi diede:
e ti darò la tua parte di questo, che a te si conviene„.
Disse, ed entrò nella tenda di nuovo il divino Pelide.
ancora il lamento di andromaca
“Uomo, di vita partisti ben giovane, e vedova in casa
lasci qui me; e c’è un figlio che ancora è così piccolino,
cui, sventurati! facemmo io e tu; nè mi penso che giunga
a giovinezza, chè prima la nostra città dalla vetta
ruinerà: tu sei morto che n’eri alla guardia, che salva
quella facevi, e le mogli assennate ed i piccoli figli;
che d’or in poi se n’andranno, per forza, su rapide navi,
e ben con esse ancor io, e pur tu, creatura, o verrai
meco, ove ad opere indegne di te sarai forse allogato,
per un padrone, non tenero no, faticando, od alcuno
te degli Achei prenderà, scaglierà d’una torre — qual morte! —