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30 traduzioni e riduzioni

l’altro braccandolo corre, nè smette finchè non lo trova:
Ettore agli occhi, così, non sfuggìa del piè-rapido Achille,
chè quante volte cercava di volgersi dritto d’un lancio
verso le porte Dardanie al riparo dei forti bastioni,
se di lassù gli potessero i suoi con le frecce dar mano;
tante, egli prima, avanzandolo, verso la piana cacciava:
verso la piana, ma esso volava pur sempre alle mura.
Come in un sogno, che manca la forza a seguire chi fugge,
che non può l’uno sfuggire a chi segue nè l’altro inseguire:
tali non l’uno poteva raggiungere e l’altro scampare.
Ettore or come sarebbe sfuggito al destino di morte,
se non venivagli Apollo per l’ultima, l’ultima volta,
presso, che a lui suscitò ne’ nembosi ginocchi la forza?
E con il capo accennava alle genti il divino Pelide,
e non lasciava le acute saette gettare su quello,
sì che del colpo altri avesse la gloria, ed e’ fosse secondo.


le bilancie del destino

Quando poi furono al quarto lor giro venuti alle polle,
ecco che in bilico il Padre mettea le bilancie sue d’oro,
e vi poneva due sorti di morte che molto addolora:
l’una d’Achille era, l’altra era d’Ettore, il buon domatore:
alto ben le bilanciò: cadde d’Ettore il giorno di morte...


a fronte a fronte

     Ettore primo parlò, crollatore dell’elmo, gigante:
“Figlio di Pèleo, non più fuggirò, come prima, che intorno
corsi tre volte alla grande città del re Priamo, nè mai
il tuo venire sostenni: ma ora il mio cuor mi sospinse