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Quanti l’udirono allora la voce di bronzo d’Achille,
l’anima a tutti tremò: e i cavalli di belle-criniere
dietro volgevano i cocchi, che in cuore vedevano sangue.
Furono scossi gli aurighi, al veder l’istancabile fuoco
che di sul capo al Pelide magnanimo terribilmente
fiamme versava: la dea l’accendeva, occhi-fulgidi Atena.
Sopra la fossa tre volte ululò fortemente il Pelide,
tre raddoppiò de’ Troiani e de’ chiari alleati il tumulto.
i pastori
Essi arrivati là dove era parso di porre l’agguato,
lungo un ruscello, a cui tutte venivano a bere le mandre,
qui posarono avvolti nel bronzo d’un rosso di fuoco.
Due, in disparte dal grosso, si stavano in tanto in vedetta
per avvistare da lungi le pecore e i lucidi bovi.
Ecco che furono in vista: venian due pastori con quelli,
lieti sonando la piva....
la vendemmia
Anche vi pose una vigna l’artefice, carica d’uva,
splendida, d’oro, e di su ne pendevano grappoli neri;
e s’appoggiava via via coi viticci a calocchie d’argento.
Fecevi un fosso d’acciaio cilestro all’intorno ed un chiuso
anche, di stagno: una sola viottola a quella menava,
dai portatori battuta, nel vendemmiare la vigna.
Vergini in tanto e garzoni, dall’animo molle d’amore,
dentro corbelli di vinchi portavano il frutto di miele.
Ed un fanciullo nel mezzo di loro con l’arpa sonora
citareggiava soave ed ai lino cantava a quel suono