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dall’iliade di omero | 7 |
va nell’Olimpo e scongiura là Giove, se già qualche volta
o con parola piacesti al suo cuore o pur anche con fatti.
Ciò gli ricorda, e gli siedi da presso, e gli prendi i ginocchi,
ora se voglia aiutare i Troiani, e gli Achei, se li voglia
spingere rinfusamente alle navi ed intorno la spiaggia,
laceri e pesti: perchè se lo godano tutti il lor capo,
e pur l’Atride Agamennone, Capo di molto paese,
veda il suo fallo, che nulla onorò il più forte di tutti„.
la risposta della madre
E gli rispose ora Tètide, che lagrimava a dirotto:
“Oh! creatura, perchè senza sorte t’ho fatto e cresciuto?
Oh! tu potessi restar senza lagrime e senza molestie
presso le navi, poichè la tua parte di vita è sì poca,
molta non già! Ma di breve destino e di molto cordoglio
ecco che sei sopra tutti. Oh! che pur sventurato io ti feci!
Io, sì, ch’andrò per ridir queste cose allo sfolgoratore
Giove, all’Olimpo coperto di neve; se pure m’ascolti;
e tu per ora alle navi che rapide passano il mare,
stattene e mostra agli Achei l’ira tua, nè più esci alla guerra...»
invocazione
“Odimi, o Arco-d’argento, che intorno sei visto di Chryse,
come di Cilla la sacra; che Tenedo regni e governi;
bene una volta in passato l’udisti quel voto che feci:
molto onorasti tu me, percotendolo, il popolo Acheo:
anche una volta al presente adempiscimi un voto che faccio:
Ora allontana dai Danai, ch’è tempo, lo strazio ed il danno„.