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poesia popolare eroica civile 199

io non ci reggo più! Mangia lui tutto!
Domani acqua e pan secco!
Lèvati, brutto! Vattene, cretino!
Nato male!„ A chi parla ella...? A Pierino.

     O povero Pierino!
Dopo portato il nonno al camposanto,
venne un uomo (suo padre) ed una donna
con un bambino, l’altro. E quella donna
l’aborriva, e Pierino non capiva.
Ma pianse, e quanto! quanto!
S’addormentava a sera
con gli occhi pieni zeppi del suo pianto;
11 riapriva a giorno
con una meraviglia nera nera.
“O dov’è?„ — non appena era veduto,
“che fai costì?„ — gli si diceva, ed esso
a poco a poco s’appartò nell’ombra:
era come una culla
che si affonda nell’acqua a poco a poco.
Non rise più: gli presero i balocchi
suoi, per darli a quell’altro. Non un giuoco
più: non parlava più: solo con gli occhi
grandi cercava intorno.
Il cocchino d’un tempo
diventò l’appestato, il maledetto.
Suo padre non vedeva: egli vedeva
con gli occhi della moglie!
Oh! era stato un angioletto; ed ora?...
Gli si diceva: “Al diavolo...„ La cosa
però finiva in baci ed in carezze...
oh! non a lui — “Mio bottoncin di rosa!
mia gioia e luce! vita mia! cuor mio!
Io v’ho lassù rubato
il più bello dei vostri angioli, o Dio!