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“Vili!„ gridò. “Oh! miei Conti caduti!
oh! tra mezzo alla strage ed alla fuga
diritti, con la vostra alta statura,
sempre, Oliviero! Orlando! Queste mura
per il vostro gran cuore erano un nulla!
Non guardavate tanto per minuto,
non contavate i passi ad uno ad uno,
voi! sempre avanti! O nella tomba oscura
sepolti! foste qui con me, voi due!
Il mondo noi lo prenderemmo tutto.
Ed ora? Gli occhi miei cercano un prode,
per fare ciò che far ci resta ancora:
dai morti ai vili, e poi dai vili ai morti
passano invano. Ed io non voglio l’onta:
giù! sotto i piedi! O voi baroni e conti
che mi seguiste fino a questi monti,
Normanni, Lorenesi, Borgognoni,
Piccardi, Franchi, via dalla persona
mia! lungi dalla mia funebre tromba!
a casa! via! vi scaccio! non vi voglio
più! ritornate dalle vostre mogli!
vivete in pace! vivete da nonni!
Io da me solo assedierò Narbona.
Io me ne resto qui pieno di gioia
e di speranza! E quando nella dolce
Francia sarete, o vecchi vincitori,
e quando i piedi scalderete al fuoco,
col dosso volto ai rischi ed alla gloria,
se alcun vi chiede: E il vostro imperadore?
risponderete puntellando gli occhi
nella parete: Ma... fugimmo il giorno
d’una battaglia, così via di corsa,
che non sappiamo dove egli restò!„