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traduzioni e riduzioni |
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ed in Sassonia e’ fa ciò ch’e’ domanda:
ne conquistai Guales Iscozia Islanda
e Inghilterra dove egli tien sua stanza.
Io presi n’ho paesi e terre tante
che Carlo tien, che ha la barba bianca.
Molto mi pesa e duol di questa spada:
meglio morire che in Pagania rimanga.
Signor Dio padre, onta difendi a Francia„. AOI
Orlando fiede in una pietra bigia,
ne taglia via quant’io non vi so dire.
La spada crocchia e non si spezza e sbricia:
in contro il cielo in alto s’è fuggita.
Il conte vede che non la rompe mica
e dolce assai tra sè la piange e dice:
“Eh! Durendal, come sei bella e pia!
Nel pugno d’oro assai ce n’è reliquie:
San Pietro un dente, il sangue San Basilio,
capelli ci ha monsignor San Dionigi,
e di sua veste un po’ santa Maria.
Non t’hanno aver pagani in sua balìa:
da Cristiani tu devi esser servita.
Uomo non t’abbia che faccia codardìa.
Molt’ampie terre io ho con te conquise,
che Carlo tien, ch’ha la barba fiorita.
L’imperator n’è sì barone e ricco„. AOI
Orlando sente che la morte lo prende
e dalla testa sopra il cuor gli discende:
e sotto un pino andato egli è correndo.
Sull’erba verde egli si colca è stende;
sotto di sè la spada e il corno mette;
volta la testa alla pagana gente.
Per ciò l’ha fatto, ch’e’ vuole veramente
che Carlo dica e tutta la sua gente,