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“Io voglio dirvi, sire cavaliere,
io voglio dirvi, che mi fa dolere.

È un mio fratello che, dieci anni fa
(ora sarebbe della vostra età),

ci abbandonò per farsi cavaliere.
Io piango appena vedo un cavaliere.

Se vedo un cavalier presso il castello,
piango pensando al mio dolce fratello„.

“Non avete la madre, o damigella?
non un altro fratello? una sorella?„

“Nessuno... almeno ch’io li veda in viso:
son, fratelli e sorelle, in paradiso.

Anche la mamma l’ha chiamata Iddio:
non c’è più qui che la nutrice ed io.

La mia madre morì dal dispiacere
quand’e’ partì per farsi cavaliere.

Ecco il suo letto presso il limitare,
ecco il suo seggio presso il focolare.

La sua crocetta porto sopra me.
Pel mio povero cuore altro non c’è„.

v

Mise un singhiozzo il cavalier d’un tratto.
Ella il pallido alzò viso disfatto.

La damigella alzò con meraviglia
gli occhi ch’aveano il pianto sulle ciglia.

“Iddio la mamma ancora a voi l’ha presa,
ch’ora piangete, che m’avete intesa?„