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148 | traduzioni e riduzioni |
Questi prende un lacciuolo, e, un piè legatogli
alla sua zampa posteriore, naviga.
Erano appena a mezzo, ed il ranocchio
tristo, volendo tôr la vita al sorcio,
si tuffa un tratto, e quei contrasta e scalcia.
Ora un gheppio era presso che rotandosi
vide il topo a fior d’acqua. Il ciuffò e in aria
levò, ch’era legato, anche il ranocchio.
Sovente muor chi morte ad altri macchina.
i due galli e il nibbio
Un gallo con un gallo avea battaglia
spesso. Un dì, vinto, egli ricorre al nibbio.
Questi: Se tutti e due, pensa, a me vengono
quel ch’ha mosso la lite io vo’ mangiarmelo.
Vengono infatti l’uno e l’altro. Il giudice
quello arraffa che mosso avea la causa:
e lui schiammazza e grida: — Non la prendere
con me; con quello ch’è scappato, prendila. —
Ma il nibbio: — Adagio; non ti dare a credere
di potermi sguisciare oggi dall’unghie;
perocché all’altro meditavi insidia,
e giusto è che ne soffra tu medesimo. —
Spesso non sa chi l’altrui morte medita
quale sciagura il fato gli apparecchia.
l’asino, il bue e i corvi
Un asinello e un bue sotto il medesimo
giogo tirano il carro. Il bue sforzandosi