la cornacchia e la pecora
Stavasi sulla groppa ad una pecora
la cornacchia e beccavala a bell’agio.
Becca che becca, questa che in silenzio
pativa, — Oh!, disse, se una tale ingiuria
facessi al cane, ad un suo bau tu subito
spulezzeresti — E la cornacchia: — O pecora,
io non uso sul collo di tai bestie;
so chi assalire, ch’ho molt’anni e pratica:
noi s’è co’ forti pane e cacio: stuzzico
soltanto i tristi. Che vuoi farci? è l’indole. —
Per certuni vilissimi e bassissimi
che dànno addosso agli innocenti, e tremano
avanti i forti, è scritta questa favola.
il dromedario e la pulce
Per caso sulla groppa al dromedario
che, con molti fardelli addosso, marcia,
una pulce è salita, e molto piacesi
chè le pare infinitamente crescere.
Lunga è la strada: verso sera arrivano
alla stalla. D’un lieve salto subito
balza a terra la pulce, ecco, dicendogli:
— Scendo che non vuo’ darti ancor disagio
stracco morto così come devi essere. —
— Tante grazie, risponde il dromedario;
ma non poteva il peso tuo sentirmelo
sì che sollievo or non ne sento proprio. —
Chi fa del grande essendo un omicciattolo
da nulla, alfin lo marcano e lo beffano.
Traduzioni e riduzioni. |
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