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144 | traduzioni e riduzioni |
Appena ell’era uscita, ecco presentasi
il lupo, e finge nella voce d’essere
la mamma, e fa: — Capretto, aprimi l’uscio —
Sente il capretto, ma pur mette l’occhio
a una fessura: — È mamma nel discorrere...
ma tu non sei già mamma: tu vuoi bevere
il nostro sangue, e con codeste smorfie
la nostra carne vuoi mangiarti. O vattene! —
Dar retta ai genitor de’ figli è il pregio.
il povero e il serpente
Un serpe usava in casa un certo povero
uomo, e veniva sempre alla sua tavola
e largamente si pascea di bricciole.
Ricco doventa il povero; comincia
a non volerlo più quel serpe; appioppagli,
anzi, un colpo di scure. Giorni passano
ed egli a un tratto ridoventa povero.
Allora egli capisce che mutatasi
era la sorte sua, quella mutandosi
del serpe; sicchè, dolce e carezzevole,
lo prega: — Io sono un tristo, ma perdonami.—
E il serpe gli risponde: — Penitenzia
farai della tua brutta sceleraggine
finchè sia chiusa questa piaga; e ’n seguito
tuo fido amico non sarò, non credere!
A questo patto solo io ti fo grazia
che quella scure m’esca di memoria. —
Chi te la fa una volta e tu sospettane
sempre, e adagino nel riporlo in grazia!