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insieme; considerando che la somiglianza agli antichi è in ragione inversa della somiglianza ai moderni; è meno male farli un poco più dissimili da quelli e un poco più simili a questi, di quello che fabbricare faticosamente, come ho fatto io, dei versi non classici, e, ahimè, nemmeno nostrani.
Volgarizzamento dal
principio della Batracomiomachia.
C’era una volta... un topo, che, per una donnola essendo9
morto di sete, a un padule si trasse, e sfioravane l’acqua
col delicato suo mento gustando quel miele; e lo vide
un godimbrago sonante, che questo discorso gli tenne:
Doh! forestiero, di dove ci arrivi? chi sei? di chi sei figlio?
Tutto sincero mi conta, che non ti cogliessi in bugia;
ma se poi degno parràine, ti menerò nel mio tetto,15
e ti farò come ad ospite molta galloria di doni.
Re Gonfiagote son’io, per tutto il padule onorato,
avvengachè non s’imperi continuamente a’ ranocchi.
Me Padulèo generò mescolatosi un tempo in amore
dentro Eridano immenso, con Acquitrinosa regina.20
Ma tu ancora così bello così atticciato a l’aspetto
re di corona mi sai che ti pesin le man in baruffa.
Dunque, da bravo, ti spiccia a contarci la origine tua.
Gli rispondeva a sua volta così Ciuffabriciole, e disse:
Sozio, che mai ne domandi la nascita? Tutti la sanno,25
tutti sì numi, sì uomini e sì pennati del cielo.
Diconmi Acciuffabriciole, nato di Rosicapane,
padre magnanimo, e di Leccamacine di Rodilardo.
Mi partorì Leccamacine dentro una gaja capanna,
e mi tirò sù con fichi con noci, ogni sorta di cibi.30
Ma come, in tutto diverso, potrai di me farti un amico?
Perchè tu sguazza ne l’acqua, ed io sono adusato a l’umane
canove, e rodervi quanto vi trovo. Non pane mi manca,
non rimenato ben soffice, dentro del cavagno rotondo;
non la sottile sfogliata con grani di sesamo; non di35
lardo la fetta, non i fegatelli con bianche camisie;
non, non ancora barrotto, il formaggio soave;
non il confetto, eccellente!, che agognano insino i felici,
nè quante cose a le cene degli uomini apprestano i cuochi