Deh! quant’è che si studia? o che si pensa
sia gran difficoltà gran meraviglia
quello che sempre è riuscito al rodio
Pitoleonte? — Ma il discorso acconcia- 35mente delle due lingue intarsïato
ha un certo gusto qual se a vin di Chio
mescolassi una vena di Falerno —
Quando fai versi o (parlo a te) quando anche
tu dovessi difendere la causa 40dura, poniamo, di Petillio? o dunque
tu da Pedio Poplicola e Messala
quando sudano a dire in arringhiera,
vorresti che dimentichi del padre
Latino e della patria, alle natìe 45incastrasser parole di foresto
qua’ Canosini ch’han due lingue in bocca?
Guarda, io nato di qua dalla marina,
già mi provai nel greco, in certi versi.
Quirino m’impedì che, quando il sogno 50è veritier, dopo la mezzanotte,
mi comparve e mi disse: Legna al bosco
tu potresti portar che non saresti
già tanto pazzo quanto ad imbrancarti
tra quell’immenso esercito di Greci. 55Or, mentre il gonfio Alpino ammazza Mennone
e pastriccia col fango il capo al Reno,
io mi diverto in queste cipollate
che non s’hanno a portare su nel tempio
che ’nnanzi Tarpa a tenzonar non hanno 60e tornare a levar la smanacciata.
Sol tu di quanti or vivono, Fundanio,
sai rabberciare una comedia a modo
con donnette pettegole e con Davo
che l’azzecca al barbogio di Cremete. 65Canta i fatti dei re sol Pollïone