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84 | traduzioni e riduzioni |
vivere il cuore, non più rivedere la luce del sole.
Quando di piangere fui e di rivoltolarmi satollo,
ecco che alla diva io risposi con queste parole:
“Circe, oh! chi dunque sarà la mia guida in codesto cammino?
Niuno alla casa del Buio pervenne con nero vascello„.
Questo le dissi e via via mi rispose la dea delle dee:
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
la predizione di tiresia
Ecco che l’anima qui del Tebano Tiresia sorvenne,
con il bastone dell’oro: mi vide e conobbe, e mi disse:
“O Laertiade celeste, Odisseo dalle molte accortezze,
come anche quivi, infelice, lasciata la luce del sole,
tu ci venisti, per morti vedere e paese inameno?
Ma ti ritrai dalla fossa, allontana la spada appuntita,
fin che del sangue mi beva e ti dica infallibili cose„.
Tanto egli disse: arretrando, io la spada dai chiovi-d’argento
nella guaina ficcai. Egli bebbe lo squallido sangue:
sol dopo ciò mi parlava il profeta incolpabile, e disse:
“Tu mi ricerchi il ritorno di miele, o sereno Odisseo:
te lo farà malagevole un nume, chè certo non credo
oblierà Scuotiterra il rancore che serba nel cuore
contro di te, perciocchè gli accecasti il suo figlio diletto.
Ma tuttavia giungereste così, con travagli sia pure,
quando tu voglia frenare il tuo cuore ed il cuor de’ compagni,
a mala pena tu abbia approdata la nave ben fatta
alla Trinacia, sfuggendo in quell’isola al mar di vïola,
e ritroviate pascenti le vacche e le pecore pingui,
gregge del Sole, che tutto ci vede, che tutto ci ascolta.
Quelle se tu lascerai non predate, pensando al ritorno,
forse che ad Itaca ancor tornereste, con pene sia pure.
Se prederai, ti prometto, per segni sicuri, la morte