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68 Tolstoi


Dante, il mio nome. Ero nel nulla immerso,
quando, guardato in viso la ventura,
18sorsi e descrissi tutto l’universo.

Descrissi l’uomo, e il sonno nell’oscura
selva e il risveglio, e l’apparir di fiere,
21l’una che attrae, la coppia che spaura.

Mi seppellii sotterra per vedere.
Vidi nè vivi i più nè morti, vidi
24gli uomini bestie e l’anime più nere.

Ebbro di lai, d’urli, di guai, di gridi,
mi lasciai sotto capovolto il male,
27e giunsi a santi solitari lidi.

A un santo monte su per aspre scale
salii, dove la pena era gioconda.
30Gli angeli ventilavano con l’ale.

Nel fuoco entrai. N’ebbi la vista monda.
Entrai là dove bene è ciò che piace,
33e l’uomo oblìa, poi si rinnova, all’onda

di sacre fonti. E ritrovai la pace».