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66 Tolstoi


Uno sfrascare, un galoppare a frotte,
un grido acuto, e poi silenzio ancora,
18e l’ansimare solo della notte.

E sorse il lume d’una strana aurora
notturna, che le strigi vagabonde
21fece fuggir con muti voli anzi ora.

Trascolorò sotto le pallide onde
il tempio immenso con veloci fiumi
24ed alte guglie e cupole rotonde.

E il pellegrino, in mezzo al lento fumi-
gare di luce vivida e spettrale,
27un uomo vide lento errar tra i dumi.

Veniva dal gran Carro boreale.
Solcato d’ombre era il suo volto macro,
30e fisso l’occhio, e sempre, il passo, uguale.

Egli avanzava per il luogo sacro,
tra un’infinita fuga di colonne.
33Lo accompagnava il suono del lavacro

34del mare eterno... di quell’altro insonne!