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Rossini 37






III.



Poi disse: «Pensa al giorno, così lento,
quand’eri messo a lavorare il ferro.
3Movevi tu da striduli otri il vento.

E quattro fabbri mezzo neri e nudi
traeano il masso dal carbon di cerro
6e lo battean sull’echeggiante incudine.


Ero con te. Battevo lieve l’ale
assecondando quell’ansar concorde
9e quello squillo de’ martelli uguale.

Toccavo un poco l’arpa tra il lavoro
sonante, e il suono tu delle mie corde
12udivi sotto il muto gesto loro.


Io nel gran bosco ch’urla al nembo ignoto,
fo che tu senta il canto d’un uccello
15che gonfia il collo ed apre il becco a vuoto.