Al suo tinnir cantava il Cigno immerso
nell’onde bianche, e col suo grande canto
12placido navigava l’Universo.
Ma no: Rossini non udia che quelle
voci ebbre e scabre. L’uggiolìo terreno
15velava tutto il canto delle stelle.
Prese una carta e la lasciò cadere.
S’alzò, sedè, non la guardò nemmeno.
18La carta piena era di note nere.
Imprecò muto. Minacciò per aria
Otello e Iago. Prese un foglio, e disse:
21«Che altro occorre? una romanza? un’aria?
Assisa a piè...» Rise, e piantò nel cielo
della sua stanza due pupille fisse.
24Pensava a un roseo fiore senza stelo...
Poi sbadigliò, poi chiuse pari pari
gli occhi, e nella dolcezza di quell’ora
27dormì, sbuffando il sonno dalle nari.