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avuta, dopo tanti anni, di coscienza di noi, di gloria e vittoria, d’amore e concordia.

Non tenderanno la mano. La tenderemo noi a loro per averne una stretta che ci faccia bene al cuore. Non picchieranno alla porta. Le apriremo noi, a due battenti, le porte, per farli assidere al nostro focolare e alla nostra mensa, e udirne i semplici e magnifici racconti, e consacrare la nostra casa e i nostri figli a quella, che ci ispira ogni bene, ci tien lontani da ogni viltà, ci accompagna sempre, e non muta mai: alla Patria a cui quando si rende, e così volentieri, così giocondamente, così sorridenti, la vita che ci diede, ella, ella piange.


Benedetti voi, morti per la Patria! Riunitevi, eroi gentili, nomi eccelsi, umili nomi, ai vostri precursori meno avventurati di voi, perchè morirono per ciò che non esisteva ancora!

Voi l’Italia già grande ha raccolti nelle braccia possenti.

Qual festa vi faranno i morti vincitori di S. Martino e di Calatafimi! Il gigantesco Schiaffino, morto impugnando la bandiera dei Mille, come accoglierà i piccoli fucilieri dell’84º conquistatori