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66 La Canzone del Paradiso


«Partir, se resti, come porò mai?
Eo plu non amo quel che tanto amava.
Eo plu non vollio quel che tu non hai,
ch’eri tu re et eo taupina sclava.
          20Or me basa, oclo meo».

«Va’ ne, mea bella, e non far più lamento,
ch’eo vegno teco, teco vegno fuori.
Questo si fa per dolze incantamento.
Ti fie palese, quando arai du cuori...
          25e doglie altanto e pene!»

«Non duole al flore aver un dì donate
le follioline de la sua corona.
Non duole: el flore allega per la state.
Non duole: ad altri è caro ciò ch’e’ dona,
          30et a lui ciò ch’e’ tiene».

«Pàrtite, amore, poi che vezo ’l sole
rimpetto là sui merli della torre.
E l’ombra là vezo di corvi e grole,
e ’l passo qua sento de l’hom che tôrre
          35mi ti devrà per sempre!»

«Amore, a Deo! Quanto mi fu già caro
lo sole, tanto or mi sarà molesto.