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62 La Canzone del Paradiso

tra le sue braccia prieme l’erba folta,
da tutta aspira il grande odor del sole.
All’ombra egli è del legno della vita,
65e presso il cuore sente mormorare
     l’inestinguibile fontana.

E dorme alfine, dorme l’Uomo avvinto
alla dolce Eva. Quella che fu schiava,
quei che fu re tengono il capo accanto,
70e l’onde brune solcano le bionde.
No, non e’ dorme: s’è addormito il mondo
intorno a loro. Ei solo è desto, e vede
l’acque dormire, lieve ansare i venti,
chiudere il cielo gravi le sue stelle,
75sparir la terra. Liberi e sereni
sentono il tutto che s’annulla preso
     dalla dolcezza antelucana.

Eya! gridate, Eya! gridate a vuoto
l’ultima volta, o guaite del palagio!
     80Ed ecco suona la campana.