Vegliate, o guaite, intorno al re prigione.
Egli era al lato dell’imperadore,
era lo specchio della sua persona.
Egli correva mare e terra in armi. 20Del sacro impero era la fiamma al vento.
Ora è prigione, e non farà più stuolo
e non menerà più gualdana!
Dorme il Palagio tutto chiuso e muto.
Soltanto, sparse qua e là, le guaite 25anche la bocca aprono d’ora in ora,
d’alto e di basso, e gridano: Eya! Eya!24
Disse il Comune: «Lo tenemo, come
da piccol can spesso si ten zinglare,25
e lo terremo, poi ch’è dritto nostro». 30E non lo rese a padre od a fratelli,
per preghi e gabbi, né per oro od armi.
Vegliate, o guaite, Eya gridate in fino
che in cielo sia la stella diana.
Eya! c’è tempo a che ci sia la stella 35che sveglia i cuori. Ora si spegne il foco
e la lucerna; ora si dorme il sonno
primo, più forte, il sonno senza sogno. Eya! c’è tempo a starnazzare i galli,