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54 La Canzone del Paradiso

E Flor d’uliva lo sapea, chè sempre,
sull’imbrunire, qua e là, sentiva
parlar più forte, tutti insieme, a gara,
20perchè piatìano innanzi al re, gli uccelli.
In cuore ha il re, ch’ora ha rimesso l’alie,
per certo, e vola al regno suo lontano,
al suo castello in mezzo al mare azzurro,
il falconello, e il cielo empie di gioia.20
25O forse è là, tra i suoi cavelli d’oro,
in mezzo ai conti, ch’hanno il pugno al mento,
     che dorme per incantamento...

E Flor d’uliva giunge al limitare,
all’alte scale del Palagio nuovo;
30e qui Zuam Toso la sogguarda e dice:
«Già t’ho, ricordo, a Santo Zuam, veduta.
«Eo son Lucia, ma detta Flor d’uliva,21
da Vidaliagla» ella risponde: «sclava
non più, misèr, sì libera...» «Va, dunque.
35Scritto è ’l to nome già nel Paradiso».22
Ella non sa: monta le scale, ed entra,
da niuno vista, dove alle pareti
stanno addossati i muti cavalieri.
Stante, in un raggio è fiso il Re, di sole.
40E Flor d’uliva presso a lui depone