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36 La Canzone del Paradiso


Dio pose l’Uomo, libero, nel santo
suo Paradiso. Opera, disse, e godi;
non disse: Opera e piangi, opera e impreca.
20Aveva allora, il placido ortolano
di Dio, soavi pomi per suo cibo,
per sua bevanda acqua più dolce a bere,
d’ogni dolcezza; e facile il lavoro
come il trastullo; e lo seguian li uccelli
25con l’alie rosse, all’ombra delle foglie
tremule, lungo il mormorìo d’un rivo.
Tutto era luce, tutto odore e canto.
Ferìa la fronte ove sudor non era,
un’aura uguale; e pur movendo, l’Uomo,
30su questa terra, era sì presso al cielo,
che udiva il caro suono delle sfere,
     che si volgeano eternamente.

Ei fu cacciato, e fuori errò meschino
e doloroso. E Seth il buono, un giorno,
35venne al Cherub che a guardia era dell’orto
di Dio, dov’ora non vivean che uccelli.
Moriva l’Uomo; e l’Angiolo al buon figlio
un grano diede, ch’e’ ponesse al morto
sotto la lingua; ed era della pianta
40di cui suo padre avea mangiato il pomo;