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Il biroccio 7

40voi, meglio, e i bovi del fratel Biolco».
Tace il Biolco, ma s’allegra in cuore.
E più lontano viene dalle stoppie
il canto tristo. Flor d’uliva intuona:
seguono l’altre, ch’oggi sono ad opra:

45Ligò ’l cavallo, e se li fece avanti.
«Deh! pasturella, Deo te guardi e’ Santi.
Mangiasti bene, così gaia tu canti!»
          «Vui dite, la Deo gratia, vero:
          mangiammo, e’ cani et eo, pan nero».
50El cavaleri la mirò cum dollia.
«Ne’ to’ cavelli sempre ’l vento brollia,
lassa tra’ rizzi l’erba ’l fior la follia».
          «El vento no, non è, meo Sire:
          è che nel feno aio a dormire»...

55Fermo è il biroccio. Al bel fantino stende
le mani, e d’alto lo raccoglie in collo,
la prima nuora; e gli uomini e le donne
prendono i fasci e fanno il cavaglione.
L’Arregidore dice al Campagnolo:
60«Spighe segate e manipelli a bica
di rado o mai Santo Zuanne ha visti».
Dice il Biolco: «E seghisi la stoppia