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60 La Canzone del Carroccio


da sette preti. Presso, il mare aspira
col lento succhio tutto il cielo azzurro:
al cielo dà Gennet-ol-ardh l’olezzo
               20dei cedri e delle rose.

A lui giacente nell’oscura cripta
dissero pace i vescovi di Cristo.
Di lui parlò ’l rabbino al Dio d’Abramo,
a braccia spante volto all’Orïente.
25Per lui, girando attorno al minareto,
le cinque volte il muezzin cantò.
Or egli è là con gli avi suoi normanni,
coi mali e i buoni. Oh! avessero favella!
Direbbe forse alcuno dal sepolcro:
30— Qual sei disceso presso noi Ruggero?
Noi padre il vento e madre avemmo l’onda. —
Risponderebbe: — O figli di Vikinghi!
Anch’io fui vento, figlio anch’io di vento!
Nè Skaldo mai cantò sull’arpa un canto
35più grande e bello, nè più bello e grande
mondo mai vide Re del mare in corsa,
del sogno mio... — Ma più non ha favella
ora, e il coperchio è sceso omai per sempre
               sull’arca fiammeggiante.