S’odono i duri passi de’ custodi
fuor delle porte, e il busso de’ ronconi
sul pavimento. La città par vuota. 20Esclama il Re: «No: veglia!»
Dalla città par la città lontana.
Non s’ode più di tante squille e trombe
che una campana, e il busso de’ ronconi
sul pavimento e il passo de’ custodi. 25Aggiunge il Re: «Per una nube credi,
o Buoso, tu, non sia più cielo il cielo?»
Tentenna il capo Buoso da Dovara.
«Conte Currado, ben mio padre ha detto,
come tu sai, bene il sereno Augusto 30scrisse: — Faceste corna, o voi, di ferro,
con cui credete ventilare il mondo!
Alcuno ascese per cader più d’alto.
Voi fate feste e vanti coi fratelli
vostri Lombardi: ripensate al nostro 35grande avo; addimandatene i fratelli... —
Conte, e’ le corna frangerà di ferro!»
Il conte un poco apre le labbra, e tace.
Stanno i custodi, è ferma la campana.
Non s’ode più che il paternostro, in piazza, 40d’un cieco senza guida.