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E suona la campana del Comune.
La Patria intima il breve suo decreto,
di bronzo. Tutta la città ne ondeggia.
S’odono cozzar armi, squillar trombe.
5Póntano i piedi, e il duro collo i bovi
stirano, e sbalza sulle selci il carro.
Tuonano le alte volte dell’Arengo.
E il re si desta. Il re sognava danze
di Saracine del color d’ulivo...
10Scoteano lieve il cimbalo sonoro.
Sognava il re di falconar nel greto
d’un grande fiume, sul suo bel ginnetto...
Seguia lassù la ruota dell’astore.
Sognava le foreste di Gallura:
15era nel folto, al guato del cignale...
Udia sonare alla lontana il corno.