parla di solitudine, e di pace
e d’abbondanza. Il muglio desta i falchi
lassù, prigioni: ch’empiono la muda 20d’un loro squittir rauco.
I falchi d’Eristallo, e Solimburgo,1
vedeano in sogno brighe zuffe stormi.
Narrano desti l’uno all’altro il sogno.
Sognava Buoso d’essere a Dovara,2 25nel suo castello, e di sognar l’inferno...
Quieti a basso ruminano i bovi.
L’anno è finito delle lor fatiche.
Finita è l’ansia di tirare il plaustro
per l’ampia via del console romano. 30Traean pur ieri alla città turrita
le castellate dal lucente usciolo;
fasci traean di canapa, e di stoppa,
a cui nel verno esercitar le ancelle;
e bianche sacca turgide di grano, 35e scabri ciocchi, e fragili sarmenti:
hanno provvisto il pane, il vino, il fuoco,
e il saldo filo onde si tesse il drappo
rude, e sincero. E ruminano gravi
di maraviglia, ad or ad or mugliando 40nella città, che dorme.