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il latino nelle scuole | 43 |
classi, vi darebbe la fede di non avere, come in fondo in fondo voi credete, sciupato il tempo che avete messo negli studi classici; chè non solo ora leggereste e comprendereste quegli autori agevolmente, ciò che non vi riusciva allora; ma ne gustereste la precisione, la eleganza, la forza, ciò che non vi passava nemmeno per la mente. E poi scoprireste da voi le leggi della sintassi e dello stile; e poi avreste vivi e intelligibili gli esempi dei giudizi, che leggete nella storia letteraria; e poi.... tante altre cose. Ma insomma il libretto della seconda ginnasiale non lo ha più quasi nessuno, e io devo fare alla meglio, perchè tutti possiate seguirmi in questa leggiera trattazione delle favole in Fedro, liberto d’Augusto. Vi reciterò a quando a quando la traduzione metrica (in endecasillabi sdruccioli che corrispondono, per chi sappia leggerli, ai senari) che ne feci molti anni sono per ozio. — Sentite il prologo del libro primo:
Quella ch’Esopo ritrovò materia
greggia, ho rilavorata in versi giambici.
Ha due pregi il libretto: un, che fa ridere,
poi, che ti dà consigli utili al vivere.
Che se qualche saccente mi dà biasimo,
ch’oltre le bestie, parlino anche gli alberi,
sappia che in fin si scherza e che son favole.
Dove sono le favole, in cui parlano anche gli alberi? Non vi sono, nè nel primo, nè negli altri quattro libri. L’opera di Fedro dunque non ci è giunta intera. Vedete infatti: il primo libro contiene 31 favola, il quarto 24, il terzo 19; mentre il quinto ne ha 10 e il secondo 8 sole. Poi nel quarto e nel quinto libro sono lacune evidenti. Ora ripensate a ciò che