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38 | antico sempre nuovo |
- Fertur equis auriga, neque audit currus habenas.
E qui non è il caso davvero. E poi dove è la parola giambica come volat, o la monosillabica breve come neque (il que si elide)? Via via: non ci sono parole che bastino. Vediamo: il poeta italiano ha tralasciato un’idea, lasciandola indovinare al lettore; e questa idea sarebbe meglio esprimerla in latino: il toro è la vacca sono «sotto il medesimo giogo», come augurio di fecondità al popolo e di incremento alla città! Esprimiamola dunque in latino: sotto il medesimo giogo: sub eodem iugo. Sono parole che possono entrare in un esametro? Sub è monosillabo breve: vuole una parola cominciante in vocale breve: eodem. E iugo? iugo è un giambo: iugum «giogo». Dunque iu è breve e iugo è giambo. Ebbene, vi ha un trocheo tra le altre parole? Sì: lassa. E la fine del verso? Guardate tra le altre parole se v’è un dattilo o uno spondeo. Queste altre parole sono mugit, che è trocheo e può andare benissimo in fondo al verso, e vacca o iuvenca o bucula. Quest’ultima? bu è lunga o breve? lunga, per contrazione, chè come in nundinae è novem, così in bucula è bovi. Dunque foggiate il verso: Taurus; lassa; ponete il giambo: iugo; ponete le due brevi: sub e - continuate - odem bucula mugit. Ecco il verso:
- Taurus; lassa iugo sub eodem bucula mugit.
Avanti. E n’echeggia il frondifero Palazio: et ei resonat (Cicerone ha: gloria virtuti resonat tamquam imago) frondiferum o frondosum o nemorosum Palatium. C’è tra queste parole qualcuna che