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il latino nelle scuole | 37 |
oh! queste non possono tutte essere adoperate: scartate inesorabilmente le parole che hanno una lunga al principio e alla fine e la breve in mezzo. È vero che una parola simile può perdere l’ultima lunga, se è in vocale, elidendola avanti vocale breve; ma è cosa rara. Quest’ultima regola valga per le parole di più di tre sillabe: una parola che abbia una breve tra due lunghe non fa per voi. E le parole di tre brevi? anche queste sono da gettar via, se non si può elidere o allungar l’ultima. E così delle parole di più di tre sillabe, evitate quelle che hanno tre o più brevi di fila. Ecco tutto.
Ma continuate la traduzione: la vacca mugge a lungo, stanca: vacca o iuvenca o bucula mugit oppure longos edit, dat, tollit mugitus, lassa. In questo verso è già Taurus, trocheo che ha bisogno o d’una parola che sia una breve o cominci con breve e abbia la vocale in principio; o d’una parola che abbia in principio una consonante, per allungar la sua finale. Nessuna tra le nostre parole comincia in vocale breve: in vocale comincia edit, ma l’e è lunga, è la prep. e. Ricorriamo al secondo modo. Taurus: vacca... trovate un giambo tra le rimanenti parole. Mugit?? Ah! figlio d’Albino: mugit «mugge»: l’u è lungo. Insomma non c’è. Poniamo Taurus: lassa iuvenca (iu è sillaba breve, perchè è breve, ad es., in iuvenis «giovane»). E la cesura? la cesura in arsi? I versi come
- Labitur uncta carina: volat super impetus undas,
sono rari e non si fanno che per significare l’abbrivo e lo sdrucciolo, come il magnifico Virgiliano: